Dadaista? Kurt Schwitters (1887-1948) è stato il maestro del sublime riciclo, della trasformazione in arte di ciò che gli altri buttano. Collage soprattutto, anche piccolissimi e curatissimi, ma anche accumuli tanto grandi da invadere gli spazi fino ad uscire dalle finestre e trasformare la sua stessa casa in quella che oggi chiameremmo installazione, ma allora non aveva nome ed egli battezzò Cattedrale della miseria erotica.
Personaggio davvero eccentrico e particolare, l’artista tedesco, dai manuali classificato sotto la rubrica del dadaismo, è stato ed è fertile di ben altri spunti. Grande grafico e pubblicitario, poeta sonoro e visivo, negli ultimi anni incolla nei suoi collage etichette di cibi in scatola e immagini tratte dalle riviste, anticipando la Pop Art.
Primo volume italiano a lui dedicato, la monografia è composta di testi tutti inediti in italiano, da una selezione dei suoi scritti più importanti e da un’ampia antologia di testi dei suoi maggiori studiosi internazionali (Karin Orchard, Isabelle Ewig, Marc Dachy, Serge Lemoine, Nancy Perloff…) che ne restituiscono la personalità e il percorso artistico a tutto tondo.
Come ogni volta nella collana monografica Riga completano il volume, oltre a studi nuovi scritti per l’occasione (Marco Belpoliti, Megan R. Luke, Riccardo Venturi, Elio Grazioli…), omaggi di scrittori e di artisti visivi.