Testi di
Stefano Bartezzaghi, Silvia Bignami, Sara Boffito, Ilaria Bonacossa, Adelina von Fustenberg, Antonello Negri, Francesca Pasini, Andrea Pinotti, Pietro Gaglianò, Vittorio Gallese, Alessandra Pace, Ida Terracciano, Giorgio Zanchetti.
OPENING
martedì 28 maggio 2019, 19:00-22:00
dal 29 maggio al 7 settembre
dal mercoledì al venerdì, 15:00-19:00. Sabato solo su appuntamento, 15:00-19:00
Ultimo ingresso alle 18:15
ASSAB ONE presenta la mostra personale di Marta Dell’Angelo, AFRODITE A.
La mostra impegna tutti e tre i piani dello spazio espositivo, più di 1500 mq. Saranno presenti opere inedite e site specific così come reinterpretazioni di precedenti installazioni e progetti che fanno parte delle eclettiche espressioni del suo modo di fare arte.
Marta Dell’Angelo
AFRODITE A
Opening martedì 28 maggio 2019, 19:00-22:00
dal 29 maggio al 7 settembre
dal mercoledì al venerdì, 15:00-19:00
sabato solo su appuntamento, 15:00-19:00
ASSAB ONE presenta la mostra personale di Marta Dell’Angelo, AFRODITE A.
La mostra impegna tutti e tre i piani dello spazio espositivo, più di 1500 mq.
Saranno presenti opere inedite e site specific così come reinterpretazioni di precedenti installazioni e progetti che fanno parte delle eclettiche espressioni del suo modo di fare arte.
La preparazione di AFRODITE A è iniziata già dall’estate 2018, quando Marta ha realizzato proprio qui il monumentale dipinto La Fermata (939x 260cm), che sarà esposto al primo piano insieme all’installazione Carichi pendenti.
Al secondo piano prende forma una nuova e più complessa declinazione tridimensionale del processo compositivo che coinvolge migliaia di fogli di carta A4, già sperimentato in altre sedi come Palazzo Fortuny a Venezia e Villa Croce a Genova.
Anche L’Antologia delle Posizioni (2009) e il Manuale della figura umana (2008) vedranno una nuova configurazione arricchita e aggiornata per i grandi spazi di Assab One. Tra i numerosi video e installazioni in mostra sarà presente anche il video Tarara (2017), realizzato dall’artista per Standart 2017 – Triennal of Contemporary Art in Armenia – The Mount Analogue A Contemporary Art Experience a cura di Adelina von Fürstenberg.
Una vasta galleria della produzione pittorica degli ultimi tre anni di Marta Dell’Angelo restituisce e sintetizza con un unico medium la ricerca dell’artista che in tutte le sue manifestazioni è focalizzata sul corpo.
La mostra sarà accompagnata da un programma di performance e da una pubblicazione che ben rappresenta l’eclettismo di Marta Dell’Angelo.
Performance
“Un fischietto un euro”
“Antologia delle posizioni” con Ivana Fall, Juna Primerano, Marj Rabbani
“Improvvisazione” con Francesco Castellani
“Cascando” con Valeria Manzi
“Uno dei molti aspetti che mi lega all’opera di Marta Dell’Angelo, e che la rende attualissima, è il nascere da una costante ricerca artistico-antropologica sulla centralità del corpo. Le forme espressive praticate da Marta nel corso degli anni, come pittura, fotografia, video, performances, installazioni e la scrittura visiva di libri, sono accomunate da un’unica funzione strumentale: andare al fondo dell’universo corpo, sondandone e sperimentandone le differenti potenzialità espressive. Il corpo umano è la vera “tavolozza incarnata” usata da Marta Dell’Angelo per porre domande sull’identità, sull’altro, sulla convivenza e sulla libertà.”
Vittorio Gallese, neuroscienziato
“Quello che innanzitutto salta agli occhi a tutti è che il ruolo principale è giocato dal corpo, o dai corpi. Ci sono tanti corpi, spesso molto ammassati e molto svestiti, sono corpi che si mostrano e sono corpi di giovani e di vecchi, di uomini e di donne. Come spesso, come sempre capita ai corpi, questi corpi assumono delle posture, delle posizioni, compiono dei gesti, dei movimenti. E queste posture sono le più varie: c’è chi si tiene la testa, chi si gratta, chi si toglie o si infila gli indumenti, chi si stiracchia, chi legge un giornale. C’è chi mangia, chi ascolta la musica, e potrei andare avanti ad elencare, precisando per ognuno di questi corpi una posizione.”
Andrea Pinotti, filosofo
“Se i fogli appesi con chiodi al muro ci ricordano la tecnica praticata da Warburg per i pannelli del suo Atlante, è facile per altri versi instaurare un’altra relazione fra Cariatide e Atlante, come personaggi condannati, lei dagli uomini lui dagli dèi, a una funzione di sostegno necessaria, onerosissima, punitiva.”
Stefano Bartezzaghi, semiologo e enigmista
“Io credo che il suo lavoro parli dell’identità – ma non quella di genere, quella sociale, quella adulta, politica, trasgressiva, e così via. Parla del processo di costruzione dell’identità, nelle primissime fasi di vita dell’essere umano, quando cominciamo ad avere un senso della nostra esistenza nel rapporto con un altro corpo, quello della madre, che per il bambino coincide con il mondo, ma è anche, per usare l’espressione di Freud, “il continente nero”.”
Sara Boffito, psicoanalista
“Nel 2019 a Assab One, nella mostra Afrodite A, distribuisce i tanti e diversi sentieri della sua ricerca, qui i Collage Vivant, con ritagli fotografici di gambe, braccia, piedi, mani, fanno da controcanto al cielo che occhieggia sotto la tettoia. Entrano nell’atmosfera in cui tutti siamo immersi e che tutti contribuiamo a produrre. Un invito a respirare insieme alle figure di Marta e a tenere in equilibrio il corpo dell’arte col proprio.”
Francesca Pasini, critica e curatrice d’arte
Marta attraversa tutta la città in bicicletta, pedala velocissima, sfreccia nel traffico come se fosse su un circuito agonistico, dalla Barona a via Passione, da via Passione a via Assab e ritorno.
Marta va veloce e se la bici non è veloce abbastanza c’è la motocicletta, ma solo qualche volta, quando non c’è tempo o lei è proprio stanca. Ma Marta non è mai stanca. Marta è inarrestabile, non si sazia mai del suo lavoro ed è stato così che si è appropriata di tutti gli spazi possibili di Assab One.
Li ha abitati in tanti modi diversi eppure coerenti, li ha accarezzati con migliaia di fogli A4, li ha fatti risuonare di voci inaspettate, li ha resi galleria, quadreria, parco giochi, cantiere, sorprendenti, animati, silenziosi. Se ne è servita con maestria e si è lasciata accogliere con fiduciosa convinzione.
La prima volta che ho conosciuto Marta è stato quasi vent’anni fa, anche quella volta era venuta in bicicletta, imbracciava una scala a pioli e aveva portato con sé tutti gli attrezzi necessari per installare i suoi lavori nella mostra collettiva. Ho pensato che fosse un tipo tosto. Ho pensato: questa donna mi piace.
Marta è autosufficiente come nessun’altra persona che conosco, ma poi succede che intorno a lei si raccolgono in tanti, gli amici, gli aiutanti, i sostenitori e coloro che con lei hanno instaurato dialoghi profondi di ogni sorta. È indipendente ma crea connessioni.
Marta – instancabile – cucina cose buonissime nella sua casastudio dove parlare di filosofia, di psicanalisi o di neuroscienze, condividere lo spazio con lavori conclusi e lavori in corso e commentare sulla riuscita delle trofie al pesto o della sua torta di verdura sono conversazioni che si intersecano e fanno parte della stessa esperienza. Un po’ come succede nel suo Manuale della figura umana : decine di frammenti, disegni, frasi, ritagli, fotografie senza firma e senza data che vanno a comporre un ritmo immersivo e seducente, dove poi si scopre che tutto torna e nulla è casuale.
Nel mio immaginario, se non fosse un’artista, Marta Dell’Angelo sarebbe un’atleta. Così non è un caso che il suo lavoro sia centrato sul corpo, né che nella sua mostra ad Assab One – che qualcuno ha definito museale – vi siano tuffatori, ginnaste, altalene, dipinti che rappresentano arti in azione. Marta è un’atleta della vita, una che ha scelto di mettercela tutta, di mettersi continuamente alla prova, di sfidarsi, di rischiare sempre. Anche se alla fine non è detto che ci sia una coppa e neanche una medaglia a confermare il suo valore. Lei lo sa, noi lo vediamo.
Marta Dell’Angelo (Pavia, 1970)
La ricerca di Marta Dell’Angelo, estesa alle neuroscienze e all’antropologia, è centrata sul corpo umano ed è focalizzata sul gesto e la postura. Si esprime servendosi di una grande varietà di linguaggi che vanno dalla pittura alla video installazione, dal disegno alla performance. Ha partecipato nel 2004 alla Biennale di Mosca, nel 2009 alla Biennale di Tirana, nel 2013 alla Biennale di Thessalonikij, nel 2017 alla prima Triennale dedicata all’arte contemporanea in Armenia. Il suo lavoro è stato presentato in diverse gallerie e musei in Italia e all’estero: a Milano al Pac Padiglione di Arte Contemporanea, a Palazzo Reale, a Palazzo delle Stelline, al Museo del Novecento, alla Mediateca di Santa Teresa, alla Triennale; a Roma al MACRO a Madrid all’ Istituto Italiano di Cultura MACRO; a Gallarate al MAGA, a Bolzano al Museion, a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Bologna al MAMbo e a Nosadelladue, a Camogli alla Fondazione Remotti, MAMbo, a Genova al Museo di Villa Croce; a Firenze alla Srisa di Firenze; a Venezia a Palazzo Fortuny; a Berlino al Medizin historisches Museum, a San Francisco e a Madrid all’ Istituto Italiano di Cultura, a Bruxelles al Fondaco. Ha pubblicato Manuale della figura umana (2007) ed. Gli Ori e, con Ludovica Lumer, C’è da Perderci la testa ed. Laterza. Sono numerose le sue opere conservate in collezioni pubbliche e private.
Programma della serata
“LUCREZIA E LE ALTRE – Dal mito l’origine della violenza di genere”
con Elisabetta Vergani e Silvia Romani musiche originali dal vivo Sara Calvanelli organizzazione Marta Ceresoli
Presentazione del catalogo AFRODITE A
con Marta Dell’Angelo
Performance musicale TAMBURO E CORDE
con Claudio Bellotti e Carol Malki
FESTA DELLE VERGINI
dj set Barnaba Fornasetti
a cura di Roberto Pinto e Laura Garbarino
maggio 2002
Testi di Ermanno Cristini, Simona Squadrito, Rossella Moratto
ottobre-novembre 2017