“Sono un designer e la mia normale giornata consiste nello sviluppare idee per nuovi prodotti e nel trasmettere informazioni tecniche per le manifatture, consegnare linee guida per diversi processi produttivi. I prodotti, realizzati dalle mie idee, sono per l’uso quotidiano – chiaramente portano la mia firma, rappresentano la mia sensibilità, hanno un bell’aspetto, sono nuovi, influenzano il nostro comportamento e identificano il nostro ambiente – ma non sono arte, e anche quando disegno pattern per i tessuti o decorazioni per la ceramica, l’opera diventa immediatamente un prodotto e perde le sue connessioni con l’arte – l’arte è qualcos’altro. E, persino adesso in cui si parla molto delle interferenze del design nel mondo dell’arte e ci sono tanti esempi al riguardo – sedie, tavoli e oggetti che raggiungono alte quotazioni alle aste, pezzi unici – devo ammettere che per me non sono comunque considerabili come arte. Arte è qualcosa di più indiretto. L’arte è più sfuggente, ed è proprio perché l’arte trasmette messaggi poetici senza l’intrusione di una implicata funzione secondaria, che per la mostra The Heart Of The Matter ho costruito delle opere (che considero opere d’arte) attingendo qua e là a oggetti che ho disegnato, inclusi pattern realizzati per il tessile e decorazioni delle mie ceramiche. Utilizzandoli come materiale grezzo li ho riorganizzati, a volte cambiandone la dimensione e la scala, e riposizionandoli in maniera tale che non possano più essere riconoscibili come prodotti. Decontestualizzati sono solo forme e colori.”