Il pittore e la modella

Testi di Ermanno Cristini, Simona Squadrito, Rossella Moratto

ottobre-novembre 2017

Il pittore e la modella

Testi di Ermanno Cristini, Simona Squadrito, Rossella Moratto

ottobre-novembre 2017

Flavio de Marco, Paesaggio (Il pittore e la modella), 1997-2017 acrilico su tela. Foto di Eleonora Angiolini

Pedro Andrare, Simona Barbera, Cesare Biratoni, Vincenzo Cabiati, Gianluca Codeghini, Ermanno Cristini, Leonel Cunha, Mario Dellavedova, Marta Dell’Angelo, Flavio de Marco, Alessio de Girolamo (collaborazione di Elisa Mossa), Gabriele Di Matteo, Ivana Fall, Matteo Fato, Joao Fonte, Pino Guidolotti, Armida Gandini, Giovanni Hanninen, Sebastiano Impellizzeri, Francesco Lauretta, Jorge Leal, Corrado Levi, Andrea Mastrovito, Concetta Modica, Angelo Mosca, Giancarlo Norese, Federica Pamio, Luca Pancrazzi, Giustina Pancrazzi, Pedro Pascoinho, Stefano Peroli, Steve Piccolo, Federico Pietrella, Luca Scarabelli, Carlos Seabra.

Il Pittore e la modella. Il rumore dello sguardo o il corpo che guarda,  sviluppa l’esperienza di un gruppo di artisti italiani (Ermanno Cristini, Luca Scarabelli, Cesare Biratoni, Armida Gandini, Federica Pamio) che nel 2016 hanno partecipato a una residenza ad Aveiro, in Portogallo, su iniziativa di un gruppo di artisti portoghesi che lavorano prevalentemente con la pittura. E’ stato in seguito a una conversazione tra Ermanno Cristini e Simona Squadrito che l’esperienza portoghese ha centrato l’attenzione su una pratica, quella del ritratto, apparentemente poco attuale.

Comunicato stampa

35 artisti indagano uno dei territori più esplorati del fare artistico.

Ciascuno di essi lo interpreta con il linguaggio che gli è proprio, partecipando a un’esperienza di mostra-laboratorio in uno spazio libero di confronto e di discussione. La mostra si articola su tre piani nei vasti spazi di Assab One con dipinti, disegni, fotografie, video, installazioni, lavori acustici e performance e prevede un calendario di incontri correlati all’esposizione che saranno segnalati durante e nei giorni successivi l’inaugurazione.

Il pittore e la modella sviluppa l’esperienza di un gruppo di artisti italiani (Ermanno Cristini, Luca Scarabelli, Cesare Biratoni, Armida Gandini, Federica Pamio) che l’anno scorso hanno partecipato a una residenza ad Aveiro, in Portogallo, su iniziativa di un gruppo di artisti portoghesi che lavorano prevalentemente con la pittura. E’ stato in seguito a una conversazione tra Ermanno Cristini e Simona Squadrito, giovane critica milanese con esperienza anche di modella, che l’esperienza portoghese ha centrato l’attenzione su una pratica, quella del ritratto, apparentemente poco attuale.

Gli incontri preliminari ad Assab One con Luca Pancrazzi, Marta Dell’Angelo e Elena Quarestani, la rara disponibilità di spazi vasti e articolati, la libertà consentita dal particolare contesto hanno aperto la possibilità di ampliare il campo di riflessione a una grande varietà di pratiche artistiche e di estendere l’invito ai numerosi artisti che partecipano alla mostra, facendone un lavoro corale che resterà aperto a successivi interventi.

 

…o il rumore dello sguardo, di Ermanno Cristini

“Scorgete qualcosa?”, chiese Poussin a Porbus.
“No. E voi?”
“Nulla”

Così Balzac ne Il capolavoro sconosciuto, quasi a conferma delle parole di Celan, per il quale “dice verità chi dice ombra”. Il pittore e la modella è un topos del fare artistico; la sua verità sta nella vertigine di un corpo, quello della modella, che incontra un altro corpo, quello del pittore.

Una “catastrofe”, quella della pittura, che si consuma in un corpo a corpo nel quale i soggetti mutano di continuo. Un dialogo metamorfico e inafferrabile, insomma, che non può che risolversi nel guardare ad occhi chiusi per vedere, con Bataille, ciò che eccede la possibilità di vedere.
Così, ad ispirare questa mostra è la ricerca di “quell’altra” nudità che sta sempre oltre ogni nudità; una dimensione quasi segreta, una questione di bordi porosi e sfuocati, di limiti fraintesi, percorsi in un dialogo tra artisti impegnati a incrociare i propri sguardi attorno alla domanda: il corpo? Dov’è il corpo?

In origine v’è una residenza/mostra realizzata lo scorso anno ad Aveiro, in Portogallo, su invito di un gruppo di artisti portoghesi e per iniziativa mia, di Cesare Biratoni e di Luca Scarabelli.
A seguito di qualche conversazione che ho avuto con Simona Squadrito, un giovane critico milanese con esperienza anche di modella vivente, la mostra portoghese ha voluto affrontare un topos della pittura concentrando l’attenzione prevalentemente sulla natura “relazionale” che esso implica.

L’attuale progetto milanese, sviluppato in collaborazione con Marta Dell’Angelo, Luca Pancrazzi e Elena Quarestani ripropone il nucleo della mostra portoghese ma lo amplia con l’intervento di altri artisti e con l’intenzione di “problematizzare” il tema, irraggiando visioni e questioni in esso contenute, fino a toccare quegli aspetti, come il suono, apparentemente lontani dalla “scena” del ritratto. Il ritrovare in un’esperienza eminentemente visiva anche un’essenza sonora significa indagare il fruscio della pittura quando il corpo diventa immagine o più in generale scandagliare il rumore dello sguardo, forse perché in questa “paralisi temporanea” del vedere può manifestarsi il tocco, espressione del corpo a corpo e condizione del corpo dell’immagine in quanto rivelazione della nudità.

Vuoi bere dell'acqua prima di iniziare, di Simona Squadrito

Affinché si crei un mondo bastano pochi elementi: una sedia, una tela, un pittore e una modella.

“Come mi devo mettere? “ Era sempre questa la domanda iniziale. Un “siediti” secco era la risposta. Dopo poche battute cessi di essere amica, compagna, critica, sconosciuta. Diventi modella: un corpo in uno spazio, un oggetto complicato che parla, si muove, si annoia.
Si percepisce subito quando il piano della relazione si stravolge: il pittore cambia voce – diventa severa. Le parole cessano immediatamente d’avere una loro funzione – diventano ingombranti.La modella capisce presto che non può più aggiungere elementi. Il pittore cambia la sua voce – smette di parlare.
Le frasi si riducono a monosillabi: sì, no; diventano grugniti. Le domande cessano d’esistere.
Il pittore cambia lo sguardo: gli occhi si fanno opachi, si stringono – la distanza aumenta. La tela è in posizione, bianca. Al lato una tavola di legno incrostata di olio.
Il pittore vuole il suo oggetto, frontale – anche durante la preparazione.
La modella scompare, eppure è costretta a rimanere appoggiata alla sedia.
I gesti del pittore sono uguali, c’è sempre lo stesso rituale da seguire. Il tempo passa e ancora la tela rimane lì, tra loro – bianchissima.

Prima ancora che tutto abbia inizio, arriva la stanchezza: la modella si annoia.Distratta, si guarda in giro, cambia posizione, alza gli occhi.
«Rimani così, non ti muovere», le secche parole irrompono nella stanza, gli sguardi si incrociano.

Lo sguardo del pittore è sempre più lontano. Il pittore si fa estraneo, sfugge ai sorrisi della modella. Il pittore non vuole essere trovato.
Arriva il silenzio.
Il pittore, seduto, avvicina la sedia alla tela. La sedia sembra sempre sull’orlo di distruggersi.
Fa sempre lo stesso rumore stridulo.
Il pittore respira, guarda la modella. Il suo sguardo sembra oltrepassarla, eppure è proprio addosso a quel corpo. Il corpo della modella cessa di essere un corpo privato, un corpo-vita e si consegna al regno degli oggetti.

Il silenzio viene rotto, “Vuoi bere dell’acqua prima di iniziare?”. Il pittore cambia voce – diventa dolce. La quiete prima della tempesta.
Bisognerebbe rispondere di no: “No. Non voglio l’acqua, sto bene così”. e invece la modella risponde di sì. Sa perfettamente che non sarà facile, capisce perfettamente di trovarsi di fronte a un belva. “Sì, grazie”.
Il pittore cambia sguardo – ritorna severo, non aveva previsto l’imprevisto.
“Resta ferma, vado io”. La sedia si sposta, il rumore è più stridulo di prima.
La modella beve, e il pittore guarda impaziente il bicchiere svuotarsi.

La tela incomincia a raccogliere i segni, eppure, in contro luce, la modella non vede ancora comparire il suo corpo oggetto.
Lo spazio è il principio.
Il corpo verrà dopo, eppure già pesa la sua futura presenza all’interno della tela.
Lo spazio è tutto, è ciò che circonda il corpo, è ciò che gli dà peso.

Tutto quello che conosco della pittura ha questo principio.
Il mio sguardo, rivolto al dietro della tela, i segni che riempiono la superficie visti in contro luce, al rovescio. La tela che si fa scura, impenetrabile. Il silenzio che fa da cassa di risonanza al pennello.
Tutto quello che so sul segno ha questo principio. I segni sono prima di tutto dei suoni.

L'enigma della rappresentazione, di Rossella Moratto

Nel 1914 Picasso dipinge un quadro intitolato Il pittore e la modella. Su questo tema, tra i più frequentati nella storia dell’arte occidentale dal Rinascimento in avanti, ne realizzerà molti altri, oltre a numerosi disegni e incisioni. La tela del 1914 è un’opera figurativa, non finita: il pittore è lasciato a uno stadio di abbozzo mentre la modella, parte del quadro sul cavalletto alle sue spalle e della parete dello studio sulla quale il nudo si staglia, sono conclusi. Il pittore, la testa appoggiata a una mano, è assorto, seduto davanti alla tela e al cavalletto, mentre la modella è in piedi al centro della composizione, avvolta da un lenzuolo che lascia vedere la sua nudità; sulla destra un tavolo con un piatto di frutta, anch’essi solo disegnate.
A differenza di altre versioni, gli strumenti di lavoro – tela e cavalletto – sono in secondo piano: l’atto del dipingere, di cui questo topos è la raffigurazione simbolica qui non è centrale. Lo sono invece l’uomo e soprattutto la donna, a sottolineare la loro relazione concreta e quotidiana di amore e di sessualità. La modella, musa la cui identità reale non è importante al fine della creazione alla quale è totalmente subordinata, è nella vita una donna – amante, moglie, figlia, madre, sorella, prostituta e perfino, anche se raramente, una collega artista. La sua è una natura duplice: corpo vivente e corpo che si fa oggetto e si rivela idealmente sulla tela e nella materia.

Oltre al luogo comune che vede la relazione tra artista e modella come autoritaria – al punto da sconfinare nel sadismo da parte del pittore-Narciso spinto dal desiderio di rispecchiare se stesso nella sua opera e autorizzato a manipolare quel corpo, perfino a deformarlo – c’è un una dinamica complessa e altalenante: la modella è l’alterità necessaria all’opera, si impone come presenza, diventando protagonista e icona eternata. Alterità complice che può però diventare pericolosa acquisendo, in un rovesciamento dei ruoli, una posizione dominante, come raccontano i fratelli Goncourt nel loro celebre romanzo Manette Salomon del 1867, in cui la protagonista è il prototipo della moderna modella distruttrice dell’idea romantica della musa.
Negato l’ideale, il corpo, un tempo passivo, guadagna il centro della scena, declinandosi in molteplici incarnazioni sulle quali riflettono gli artisti invitati a questa esperienza collettiva che non si limita alla pittura e all’arte figurativa ma include interventi sonori, performance, installazioni, incontri per configurarsi come un laboratorio che va oltre la forma consueta della mostra.
La modella, corpo che guarda – come recita il titolo – attraverso le opere diventa il perno di un dialogo duplice, quello con l’artista che resta segreto e quello scoperto con lo spettatore, con cui intrattiene un faccia a faccia immobile e muto, denso di ambiguità e portatore dell’enigma della rappresentazione.

Biografie

Pedro Andrade (Luanda, 1954) La pittura è il tipo di pratica che predilige. Ha vissuto innumerevoli vite, traendo una lezione da ognuna di queste. Lo scorrere del tempo è infatti per lui la perfetta occasione per apprendere quante più cose dalla vita, con la dovuta lentezza. Vive e lavora ad Aveiro, Portogallo.

Simona Barbera La sua pratica artistica si basa sull’integrazione tra materiale sonoro e dispositivi elettronici concepiti come parte integrante di installazioni minimali. Molti dei temi esplorati espongono una riflessione sulla materialità dei media digitali e sui micro processi di trasformazione del tessuto urbano. Vive e lavora a Genova e Oslo. www.simonabarbera.com

Cesare Biratoni (Barcellona 1969). Da sempre interessato al rapporto complesso tra fotografia e pittura, ha negli anni sviluppato una poetica che cerca di coniugare la ferma temporalità dell’immagine fotografica con le dinamiche imprevedibili del medium pittorico. Vive e lavora a Busto Arsizio.

Vincenzo Cabiati La sua ricerca artistica si esprime attraverso una grande varietà di linguaggi: pittura, acquerello, disegno, scultura, fotografia, installazione, video. Negli ultimi anni la ceramica policroma rappresenta il mezzo privilegiato dell’artista. Vive e lavora a Milano. http://vincenzocabiati. tumblr.com/

Gianluca Codeghini (Milano, 1968) innesca concetti e processi in cui la relazione con e tra il pubblico diventa fondamentale per produrre cortocircuiti, tensioni e provocazioni discrete .“Ascolta intensamente, al punto tale da lasciare nella memoria il dubbio di aver ascoltato altro o di non aver ascoltato affatto”. Vive e lavora a Milano. www.gianlucacodeghini.com

Ermanno Cristini (Varese 1951). Le pratiche del dialogo e della negoziazione sono alla base del suo lavoro artistico e ispirano tutti i suoi principali progetti, come Roaming, Dialogos, Prière de Toucher, Riss(e), Walking the Horizon, Walkabout e Waltable, ecc. Vive e lavora a Varese. https://ermannocristini.jimdo.com

Leonel Cunha (Porto, 1968) diplomato in pittura alla facoltà di Belle Arti di Porto, ricercatore presso la Fondazione Calouste Gulbekian ha in seguito completato gli studi presso la Facoltà si Ingegneria con una laurea in Tecnologia Multimediali e approfondito con un Master in pittura. La pittura è il suo medium preferito. Vive e lavora a Vila do Conde,nel nord del of Portugal. www.leonelcunha.net

Flavio de Marco (Lecce, 1975) è un pittore. Molti dei suoi progetti riflettono sulle finestre virtuali attraverso le quali gli artisti guardano il mondo contemporaneo. Sono numerose le sue esposizioni in Istituzioni in Italia e all’estero. E’ stato docente di “Tecniche extramediali” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2010 ha fondato una rivista indipendente, Rivista, e nel 2013 ha pubblicato il suo primo libro, Stella, che accompagnava l’omonima mostra alla GAM di Roma. Vive e lavora a Berlino. www.flaviodemarco.net

Marta Dell’Angelo (Pavia, 1970). La sua ricerca è centrata sul corpo umano focalizzandosi sul gesto e la postura, attraverso una varietà di linguaggi che vanno dalla pittura alla video installazione, dal disegno alla performance. Si interessa di neuroscienze e antropologia. Vive e lavora a Milano. https://www.martadellangelo.com

Alessio de Girolamo (Sanremo, 1980). La sua ricerca artistica si esprime ecletticamente attraverso diverse discipline tra cui privilegia pittura e sound art. Negli ultimi anni sta tenendo un archivio sull’idea di “psicotronica”, il cui materiale viene utilizzato durante performance e installazioni sia visive che sonore. Vive e lavora a Milano.

Mario Dellavedova (Milano, 1958). Si esprime attraverso diversi linguaggi, usando oggetti e materiali provenienti dal quotidiano. Il gioco di parole, la metafora, l’ironia sottile riportano ad un ambito concettuale che di proposito contrasta con l’aspetto a volte artigianale dei manufatti prodotti o utilizzati e con la semplicità del metterli assieme.. Vive e lavora tra Villastanza (Milano) e Taxco (Messico).

Gabriele Di Matteo (Torre del Greco, 1957) . La sua ricerca artistica ci fa credere che le immagini dipinte si alzino e camminino, si moltiplichino e si espandano, guadagnandone ogni volta potere. Vive e lavora a Milano. www.instagram.com/gabriele_dimatteo/

Ivana Fall (Milano, 1974). Ginnasta dall’età di 6 anni, Modella Vivente per artisti e Accademia di Belle Arti, insegnante di ginnastica artistica e preparatore fisico. Vive e lavora a Milano.

Matteo Fato (Pescara 1979). I processi del segno sono il punto di partenza della sua ricerca. A governare il suo lavoro è sempre un’attitudine analitica del fare pittura, tesa a una “messa in scena” della pittura stessa. Nelle sue opere oggetto, parola e spazio vengono allestiti come sul tavolo di una immaginaria “natura morta”. Vive e lavora a Pescara. (http://www.galleriamichelarizzo.net)

João Fonte (Évora, 1965). Il suo lavoro, prevalentemente orientato alla pittura e al disegno, contiene riferimenti alla cultura visiva contemporanea a cavallo tra la dimensione popolare e l’erudizione, con l’intento di rendere visibili la meccanica dei rapporti politici e di potere. Vive e lavora a Lisbona.

Armida Gandini (Brescia, 1968). Il tema dell’identità è al centro della sua indagine, che si sviluppa mediante linguaggi diversi come la fotografia, il disegno, l’installazione e il video. Nei suoi progetti attuali è predominante la relazione con l’altro, che ne determina la discendenza culturale oltre che identitaria. Vive e lavora a Verolanuova (Bs). http://www.armidagandini.it/

Pino Guidolotti (Verona, 1947). Ha lavorato come fotografo spaziando dalla moda al ritratto e all’architettura. Fedele alla sua formazione artistica e influenzato dalla sua relazione con Ernst H. Gombrich, dedica ora la sua attenzione alla propria ricerca personale, all’arte e alla riproduzione del patrimonio artistico. Vive e lavora a Minervino di Lecce.

Giovanni Hänninen (Helsinki, 1976) studia la realtà come uno scienziato ma attraverso la lente della sua macchina fotografica. Realizza ricerche su temi di architettura e paesaggio urbano, con una particolare attenzione verso le criticità del presente. Vive e lavora a Milano. www.hanninen.it

Sebastiano Impellizzeri (Catania, 1982) La sua ricerca indaga i linguaggi della pittura elaborando una poetica legata agli elementi pittorici essenziali: superficie, segno, colore come soggetti dell’arte. Ha collaborato con diverse realtà artistiche italiane e internazionali. Vive e lavora a Torino.

Francesco Lauretta (Ispica, 1964). “Finalmente pittore”, così si definisce l’artista dopo una lunga e tormentata ricerca per una ridefinizione della (sua) pittura. Opera con diversi linguaggi come il disegno, il video, la performance. Narratore e inesistenzialista, oggi vive e lavora a Firenze.

Jorge Leal (Lisbona, 1975). Negli ultimi anni si è dedicato esclusivamente al disegno, in particolare all’esplorazione grafica della linea. La natura, il sesso e l’umorismo sono i temi centrali della sua ricerca artistica. Vive e lavora a Lisbona. http://instagram.com/jorgelealartist http://facebook.com/ jorgelealartist

Corrado Levi (Torino) è uno dei protagonisti della scena culturale contemporanea. Scrittore e critico, artista e architetto ha insegnato al Politecnico di Milano e si esprime in moltissimi ambiti con grande maestria. È Guanto d’Argento di Boxe Savate. Vive e lavora tra Milano e Marakesh.

Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) Il suo lavoro è caratterizzato dalla reinvenzione degli spazi espositivi e dall’utilizzo di tecniche di base quali il disegno o il ritaglio, o complesse come nel caso delle videoinstallazioni sincronizzate, in un continuo scambio tra pubblico e privato. Ha da poco concluso il suo progetto più ambizioso: Nysferatu, un film di animazione. Vive e lavora a New York. www.andreamastrovito.com

Concetta Modica (Modica, 1969) lavora e studia sul presente e sui suoi paradossi. Il presente come quel che resta di qualcosa. Il presente come relazione con altri artisti, con la materia, con mezzi diversi che hanno sempre a che fare con la scultura. La scultura da intendere come tempo. www. concettamodica.com

Rossella Moratto (Milano,1965) è critica e curatrice indipendente. Collabora con istituzioni pubbliche, gallerie private, spazi alternativi e no profit. Scrive su diverse riviste di settore tra cui Arte e Critica e Flash Art. È membro del collettivo di artisti E IL TOPO. Vive e lavora a Milano.

Angelo Mosca (Chieti,1961). Le sue opere opere ci parlano di luoghi, semplici stanze vissute che riassumono una profonda riflessione sulla pittura e le sue potenzialità. Laureato in comunicazione con una tesi in sociologia, riflette sullo stato attuale dell’arte e sulla necessità di far crollare muri tramite progetti no profit ed esperienze artistiche collettive. Vive e lavora tra Ortona (CH), Londra e Milano.

Elisa Mossa (Urbino, 1989). Si esprime prevalentemente attraverso un disegno che diventa segno nella riflessione di un’ancestrale ritualità pagana della terra. Il suo lavoro diventa perciò un “taglio” sulla carta, la possibilità di trovare una dimensione del nero da cui riaffiorano ricordi personali. Vive e lavora a Urbania (PU).

Giancarlo Norese (Novi Sad, 1963). Si esprime attraverso pratiche collaborative con altri artisti e con istituzioni, progetti editoriali, azioni pubbliche, esperimenti educativi indipendenti. È stato uno degli iniziatori del Progetto Oreste e l’editor delle sue pubblicazioni. Ha dormito sei mesi sotto un tavolo. Vive e lavora a Milano. www.norese.tk

Federica Pamio (Tradate, 1986). La sua ricerca aspira ad un eclettismo formale e concettuale, focalizzandosi sulla relazione tra l’uomo e il suo ambiente (naturale/artificiale e sociale). Ultimamente interagisce maggiormente con i luoghi, con l’introduzione di azioni/oggetti/installazioni specifici nel suo lavoro. Vive e lavora tra Varese e Milano. www.federicapamio.com

Luca Pancrazzi (Figline Valdarno, 1961), basa la sua ricerca sull’analisi del medium artistico, sulle sue ramificazioni, sulle possibilità creative dell’errore e dell’uso composito di tecniche e materiali. Lo spazio metropolitano e il paesaggio sono i temi trattati con più assiduità attraverso pittura, disegno, fotografia, installazione, scultura, e azioni condivise. Vive e lavora tra Milano e la Filandia.

Pedro Pascoinho (Figueira da Foz, 1972). Musicista e artista autodidatta, i suoi dipinti, disegni ed installazioni creano ambienti silenziosi, apparentemente privi di ogni logica narrativa. Utilizzando metodi che frammentano e decontestualizzano i suoi soggetti, l’artista ottiene risultati kafkiani, che sfidano il fruitore nella ricerca della sua personale ultima verità. https://ppascoinho.wixsite.com/ pedropascoinho

Stefano Peroli (Milano, 1958). Dopo trent’anni tutt’altro che privi di fallimenti, approda definitivamente a figure umane dipinte su tele senza fondo, il cui paesaggio è costituito dalle figure stesse. Vive e lavora a Parma. http://www.stefanoperoli.com//

Steve Piccolo (New York, 1954). Inizia la sua carriera negli anni ‘70 a New York come bassista in diverse formazioni jazz, tra le quali la band di culto The Lounge Lizards. Artista poliedrico, dagli anni ‘90 vive a Milano dove sviluppa progetti artistici tra musica, performance, teatro, installazioni, attività a cui alterna l’insegnamento.

Federico Pietrella (Roma 1973). Il suo lavoro si sviluppa fin dall’inizio attorno ai concetti di tempo, ripetizione, quotidianità, dispiegandosi innanzitutto all’interno dello spazio pittorico e talvolta in opere site-specific. Vive e lavora a Berlino. www.federicopietrella.com

Luca Scarabelli (Tradate, 1965). Sviluppa la sua ricerca artistica con continue sperimentazioni mediante sculture oggettuali, pittura, collage, con una particolare attenzione verso le problematiche che riguardano l’indifferenza dello sguardo, la dialettica tra l’ordine e il disordine, il senso dell’attesa. Vive e lavora Locate Varesino.

Carlos Seabra (Aveiro, 1970). Dipinge persone piuttosto che paesaggi o oggetti, usando fotografie personali o provenienti da archivi e mass media. Un tema ricorrente all’interno dei suoi lavori sono le trasformazioni sociali causate da l’evoluzione dell’economia del mercato globale. Vive e lavora ad Aveiro.

Simona Squadrito (Catania, 1985) è una critica e curatrice d’arte. Nel 2016 ha co-fondato KABUL Magazine, una rivista di culture e arti contemporanee. E’ presidente dell’Associazione Casa Gialla e direttrice di Villa Vertua Masolo di Nova Milanese. Scrive e collabora per diverse riviste di settore. Vive e lavora a Milano.

  • Federica Pamio, Sulla sabbia (donna tra le dune), 2017. Stampe su tessuto, ventagli di carta, sabbia. Foto di Eleonora Angiolini
    Federica Pamio, Sulla sabbia (donna tra le dune), 2017. Stampe su tessuto, ventagli di carta, sabbia. Foto di Eleonora Angiolini
  • Federico Pietrella, “Dal 22 al 29 Aprile 2002”, 2002, timbri datari con acrilico su parete, cm 182x159x5. Foto di Eleonora Angiolini
    Federico Pietrella, “Dal 22 al 29 Aprile 2002”, 2002, timbri datari con acrilico su parete, cm 182x159x5. Foto di Eleonora Angiolini
  • João Fonte, DSCF 2010, 2015, matita su carta, cm 59, 4x42. Foto di Eleonora Angiolini
    João Fonte, DSCF 2010, 2015, matita su carta, cm 59, 4x42. Foto di Eleonora Angiolini
  • Vincenzo Cabiati Lilli, 2004 ceramica. Foto di Eleonora Angiolini
    Vincenzo Cabiati Lilli, 2004 ceramica. Foto di Eleonora Angiolini
  • Il pittore e la modella. Il rumore dello sguardo o il corpo che guarda. Assab One, 2017. Foto di Eleonora Angiolini
    Il pittore e la modella. Il rumore dello sguardo o il corpo che guarda. Assab One, 2017. Foto di Eleonora Angiolini
  • Luca Scarabelli, Lizzie e Dante, 2017, bottiglie di vetro. Sebastiano Impellizzeri Keep Smoking, 2017, olio su tela. Foto di Eleonora Angiolini
    Luca Scarabelli, Lizzie e Dante, 2017, bottiglie di vetro. Sebastiano Impellizzeri Keep Smoking, 2017, olio su tela. Foto di Eleonora Angiolini
  • Alessio de Girolamo (collaborazione di Elisa Mossa), Psychotronik Room #1, 2017, installazione sonora, pittura dissipativa per onde elettromagnetiche. Foto di Eleonora Angiolini
    Alessio de Girolamo (collaborazione di Elisa Mossa), Psychotronik Room #1, 2017, installazione sonora, pittura dissipativa per onde elettromagnetiche. Foto di Eleonora Angiolini
  • Marta Dell’Angelo con Ivana Fall, Antologia della Posizione, 2009, Performance. Foto di Valeria Sanna
    Marta Dell’Angelo con Ivana Fall, Antologia della Posizione, 2009, Performance. Foto di Valeria Sanna