Chiara Camoni con Luca Bertolo, Adele Prosdocimi

curated by Francesca Pasini

March-April 2007

Chiara Camoni con Luca Bertolo, Adele Prosdocimi

curated by Francesca Pasini

March-April 2007

Chiara Camoni with Luca Bertolo

Chiara Camoni presenta La Vita degli Animali. Riflessione #01, un’installazione realizzata a quattro mani con Luca Bertolo, composta da due video e un sonoro.
Protagonisti dei video sono due animali: un orso e una salamandra. Le immagini appaiono a un primo sguardo quasi fisse o comunque ripetitive: l’orso si gratta con insistenza quasi ossessiva, la salamandra, immobile, semplicemente respira. Il sonoro riporta invece un flusso di pensieri, squisitamente umani: considerazioni, congetture, programmi… Il lavoro riflette sullo scarto tra la presunta centralità  dell’uomo e lo scorrere della vita, indifferente ad ogni nostra preoccupazione. La gola della salamandra si muove ritmicamente con l’automatismo che qualifica le attività vitali. Il gesto dell’orso diventa invece metafora delle ripetizioni che scandiscono lo scorrere del tempo: il giorno e la notte, le stagioni, gli alberi che con cadenza regolare si spogliano e germogliano, la vita e la morte. Il movimento antropomorfico sembra poi sottolineare le ossessioni che spesso fanno da sfondo alle esperienze umane. Questo lavoro è accompagnato dalla prosecuzione dell’opera (di)segnare il tempo: cento nuovi disegni realizzati da Ines Bassanetti, la nonna dell’artista – il seguito del ciclo delle stelle presentato ad Assab One circa un anno fa – vengono proiettati nella loro dimensione originale, testimoni dell’esperienza fisica e psichica che la nonna novantenne consegna alla nipote.

Adele Prosdocimi

Nella mostra di Adele Prosdocimi e nel libro che l’accompagna, la stratificazione affettiva è la chiave di lettura dei simboli che hanno delineato le fedi e il desiderio di credervi. Tra libro e mostra uno specchio invisibile rimanda l’uno all’altra: le immagini dei suoi lavori e di lei stessa si alternano, pagina su pagina, alle parole di maestri amati, a piante di edifici che rappresentano la storia dell’architettura pubblica e religiosa, ad appunti fotografici, alle sue mani che intagliano, ma anche – e non a caso è l’incipit del libro – al ritratto di “Lia regina dell’armonia del fare”. La sedimentazione affettiva personale, posta in prima pagina, ci guida alle passioni per le parole e per il fare altrui che Adele Prosdocimi condensa in questo libro, dove collega la sua biografia e la sua ricerca di storie soggettive ai simboli delle fedi che hanno unito e contrapposto uomini, donne, idee, emozioni, regole e lotte. Nella mostra le pareti della sua fragile architettura a pianta pentagonale sono costituite da carte bianche, sulle quali con la creta ha impresso la stella di Davide, la mezzaluna islamica, la croce cristiana, la falce e martello e la spirale, figura che mette in comunicazione e in movimento gli altri elementi, un edificio che si fonda sull’instabilità, sottolineata dai rigonfiamenti impressi alla carta dal peso, peraltro leggero, della creta. In un’altra installazione l’artista ci riporta all’origine attraverso grandi colonne ricoperte da fogli di carta dove i simboli si intrecciano e si sovrappongono in un registro narrativo in cui ognuno mantiene la propria peculiarità. Lo stesso fa anche attraverso l’intaglio e il ricamo, con i quali crea le immagini di questi archetipi. Con linguaggi manuali, legati alla dimensione intima e domestica riscatta con fermezza e autonomia la subalternità femminile rinchiusa nell’artigianato.

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