Giacomo Moor per LiveinSlums
Fotografie di Francesco Giusti, Filippo Romano, Alessandro Treves, Mattia Zoppellaro
A cura di Davide Fabio Colaci in collaborazione con Federica Sala da un progetto di LiveinSlums
aprile - maggio 2023
Giacomo Moor per LiveinSlums
Fotografie di Francesco Giusti, Filippo Romano, Alessandro Treves, Mattia Zoppellaro
A cura di Davide Fabio Colaci in collaborazione con Federica Sala da un progetto di LiveinSlums
aprile - maggio 2023
ORARI DI APERTURA
Dal 18 Aprile al 26 Maggio 2023
Dal mercoledì al venerdì dalle 15:00 alle 19:00
INAUGURAZIONE
Domenica 16 Aprile dalle 16:00 alle 21:00
APERTURE STRAORDINARIE IN OCCASIONE DEL SALONE DEL MOBILE
Da martedì 18 Aprile a domenica 23 Aprile, dalle 10:00 alle 19:00
Accesso libero con tessera Assab One 2023 (€10).
Per maggiori informazioni scrivere a info@assab-one.org
Assab One presenta Design for Communities – Giacomo Moor per LiveinSlums, ONG che opera in territori urbani con forti criticità. Da anni l’organizzazione compie un lavoro di rigenerazione urbana di grande valore, fornendo ai bambini e ragazzi di Mathare, uno degli slum più grandi di Nairobi, i mezzi necessari al loro reinserimento scolastico e lavorativo.
Giacomo Moor si è recato a Mathare per realizzare i prototipi degli arredi destinati al refettorio e al dormitorio della Why Not Academy, una scuola locale che accoglie circa 300 bambini. La realizzazione di panche, tavoli e letti si è svolta insieme ai ragazzi di Mathare, dando loro così la possibilità di imparare nuove tecniche, essere pagati per il loro lavoro, creando allo stesso tempo arredi di alta qualità formale e funzionale per un design consapevole.
Si è innescata una logica progettuale basata sulla “semplificazione produttiva” attraverso una sintesi formale in cui viene eliminato tutto ciò che è superfluo o decorativo. Il sistema costruttivo progettato garantisce una stabilità strutturale attraverso degli incastri in sequenza tra i vari componenti e può essere applicato a diverse tipologie di mobili: tavolo, panca, letti. I piani di appoggio orizzontali hanno la funzione di lucchetto e, avvitati alle catene longitudinali, chiudono un sistema a secco completamente reversibile, dando la possibilità di sostituire singoli pezzi danneggiati dal tempo o da agenti atmosferici. Un processo realizzativo che, senza macchinari complessi, usa scalpello, squadra e matita come unici strumenti per la costruzione dei pezzi, e grazie all’assenza di chiodi e viti a vista, diventa semplice e immediato da realizzare. Così il tema dell’incastro, solitamente e a buon diritto associato a tecniche complesse di ebanisteria, viene reinterpretato conservando il suo carattere di preziosità per la realizzazione di un semplice arredo per la vita comunitaria.
Ognuno di questi arredi è il simbolo di una vita comunitaria attiva e flessibile, capace di supportare i luoghi d’incontro e di scambio tra le persone: il vero motore dello slum di Mathare. Comunità che viene raccontata nella mostra attraverso una installazione ideata da Davide Fabio Colaci con le opere dei fotografi Francesco Giusti, Filippo Romano, Alessandro Treves e Mattia Zoppellaro.