Claudia Losi
1+1+1
un progetto di Elena Quarestani
a cura di Federica Sala
settembre-ottobre 2021
Claudia Losi
1+1+1
un progetto di Elena Quarestani
a cura di Federica Sala
settembre-ottobre 2021
ORARI DI APERTURA
Dal 4 settembre al 16 ottobre
Dal mercoledì al venerdì dalle 15:00 alle 19:00, sabato su appuntamento
APERTURA STRAORDINARIA
In occasione del Salone del Mobile la mostra è aperta lunedì 6, martedì 7 e sabato 11 settembre dalle 15:00 alle 19:0
PERFORMANCE
Domenica 19 settembre dalle 18:00
Claudia Losi prosegue il ricamo dei licheni sull’opera ‘Arazzo’
“Eppure si manifesta la relazione, una piccola relazione che si espande come l’ombra di una nube sulla sabbia, di una forma sul fianco di una collina”
Wallace Stevens, Connoisseur of Chaos
Il paesaggio, quello che mi contiene, è un sistema di macchie di crescita che si muovono sulla superficie terrestre. È entità di superficie e superficie tra l’una e l’altra, tra macchia e macchia, crescono intrecci; e tra gli intrecci il vuoto. Non il vuoto del nulla, ma un principio dinamico, uno spazio-non-pieno, il luogo per eccellenza in cui avvengono le metamorfosi. Solo così le macchie non si oppongono tra loro, ma crescono in relazione. E solo nella relazione di un divenire reciproco le macchie di superficie crescono in profondità. Il lichene, quello che sto ricamando, è un sistema di macchie di crescita che si muovono su una superficie di pietra-tessuto.
È entità di superficie e superficie, e tra l’una e l’altra, tra rugosità rocciose e radici, crescono intrecci; e tra gli intrecci il vuoto. In questo vuoto lievitano, in modo mutevole, lo spazio e il tempo. Solo così la roccia e il lichene non si oppongono tra loro, ma crescono in un divenire reciproco.
E solo così il loro incontro di superfici genera profondità. Il ricamo, quello che sto facendo, è un sistema di macchie di crescita che si muovono su una superficie di tela tinta. È entità di superficie e superficie, e tra l’una e l’altra, tra filo e tela, crescono intrecci; e tra gli intrecci il vuoto. Il punto ricamato, infatti, è un pieno e un vuoto, un concentrare e un diluire, un procedere e un fermarsi.
È forma e tinta, volume e ritmo, è unico e vario. Solo così il filo sottile, attraverso il punto, diventa profondità.