Richard Gorman

KAN

novembre-dicembre 2015

Richard Gorman

KAN

novembre-dicembre 2015

Richard Gorman, Blu-Kan, olio su lino, cm. 150 x 150, 2015. Foto Salvatore Licitra

L’esposizione è stata accompagnata da un libro pubblicato con il contributo dalla Josef and Anni Albers Foundation con testi di Nicholas Fox Weber e Pierre-Alexis Dumas.

“Il carattere KAN (間) è essenziale nella lingua giapponese e ha una vasta gamma di significati. Il più comune è spazio, intervallo, distanza. Tuttavia non è riferito esclusivamente allo spazio fisico ma anche al tempo, con il significato di pausa, sospensione, attesa.

Il titolo della mostra, KAN (間), identifica la nuova serie di dipinti, dopo la serie KIN in cui le forme si congiungono a formare una figura scultorea centrale. Perciò, per non ripetermi e per posizionarmi al di fuori da quell’angolazione ho spostato le forme piatte al di là del centro, fino al limite della tela e oltre il i confini del quadro. Così facendo il centro risulta vuoto – KAN (間)” (R.G.)

Testo di Nicholas Fox Weber

15 luglio 2015

Sono andato a Milano per conoscere Richard Gorman e vedere il suo lavoro su indicazione di un caro amico. Il mio amico e io condividiamo una grande passione per il lavoro di Joseph Albers e di Paul Klee, e soprattutto abbiamo un enorme rispetto per i valori umani e per i legami familiari. A volte però i suoi gusti sono diversi dai miei – ovvero, per dirla con meno tatto, alcuni degli artisti contemporanei che lui sembra ammirare sono per me semplici designer piuttosto che veri pittori – perciò stavo facendo  più che altro una visita di cortesia.  Tuttavia il mio amico mi conosce fin troppo bene e la sua insistenza sul fatto che avrei apprezzato Richard e i suoi quadri e la sua certezza sull’intesa che sicuramente avremmo avuto erano stati convincenti.

Ora sono imbarazzato. Avrei dovuto avere totale fiducia nel mio amico che è una delle poche persone che sa riconoscere le cose che contano. Avrei dovuto conoscere l’arte di Richard Gorman da molto tempo e ora non riesco a capire perché non sia andata così. Sono felice di essere stato finalmente illuminato sui due fronti, ma sono ancora stupito per ciò che ancora non sapevo.

Ho visto il lavoro di centinaia di artisti viventi. Quasi tutti quelli che sono celebrati oggi nei musei di tutto il mondo; come è stato possibile che fino all’inizio di quest’anno mi sia sfuggito un pittore che oggi considero uno dei sei piu’ grandi artisti del nostro tempo?
Prima di quella prima visita avevo visto il lavoro di Richard solo sullo schermo di un computer.  A prima vista lo avevo trovato interessante perché mi ricordava il lavoro di artisti che apprezzo come Paul Feeley, Leon Polk Smith, Myron Stout, John Mc Laughlin; pittori solidi, visionari, di un’altra generazione, non più viventi, accomunati dalla loro abilità di impregnare di vigore e intensità colori piatti e  forme semplici.
Come potevo sapere allora che vedere dal vivo quelle superfici così generosamente dipinte, i colori sfacciati, la loro scala così pertinente all’incontro con l’essere umano mi avrebbero portato nella stratosfera dell’arte? (…)

Nicholas Fox Weber (dal libro Richard Gorman, KAN, 2015)

Movimento in forma e colore, di Pierre-Alexis Dumas

Richard Gorman dipinge come vive, con umiltà, rigore e sincerità.

Il suo atelier, dove abita, è incredibilmente sobrio. Le sue tele sono appoggiate contro muri bianchi, il suo letto incastrato su una piccola struttura in legno che contiene la cucina. E’ per così dire monacale, e la prima impressione che si impone quando si accede al luogo è un silenzio pacifico e armonioso. Richard mi invita a sedere e a contemplare il suo lavoro. Non parliamo e guardo la sua opera (parleremo molto invece nella trattoria sarda che sta a lì vicino).
E’ necessario prendere il tempo di guardare ogni tela prodotta da Richard Gorman per capire ciò che si prova.
Dietro un’apparenza sobria e severa si nasconde un essere sottile dallo sguardo malizioso. Richard  ha senz’altro il compasso nell’occhio *.
Gioca in modo delizioso con le forme e i colori.
Instancabilmente, tela dopo tela, riparte all’assalto del formato quadrato, avendo come uniche armi delle forme geometriche semplici declinate a partire dal cerchio, una paletta cromatica inventiva e contrastata e un modo incredibile di applicare il colore con una regolarità e un pulizia assolutamente diaboliche.

Le combinazioni di forme e colori sembrano infinite , ma ogni composizione è il frutto di una elaborazione lenta, meticolosa, pazientemente meditata, cercata, e ponderata. Alcune di queste forme in apparenza così semplici, celano diversi strati di colore prima che abbia trovato l’esatto valore cromatico che regalerà equilibro alle forme adiacenti . E’ un lavoro da anacoreta che emerge dalla meditazione e dalla preghiera o semplicemente dalla gioia tutta umana di creare bellezza con un esemplare distacco da sé. (…)

Pierre-Alexis Dumas (dal libro Richard Gorman, KAN, 2015)

* espressione resa popolare da Michelangelo per indicare un occhio capace di eguagliare uno strumento di precisione

Biografia

Richard Gorman è cresciuto in Irlanda e vive e lavora a Milano dagli anni ’80.
In quel periodo, abbandonati i residui figurativi dei suoi primi lavori, Gorman anima i suoi dipinti con il ritmo frenetico della superficie percorsa da una linea ansiosa, che scivola o solca d’impatto le superfici.
Negli anni ’90 il ruolo della linea recede lasciando spazio al colore: da questo momento il suo lavoro trae la sua forza dalla tensione compositiva tra blocchi irregolari di colore sempre più prominenti e semplificati, creando nel tempo la linea principale della sua ricerca.
Le lunghe e frequenti visite in Giappone hanno notevolmente influenzato il suo metodo di lavoro e la scelta dei materiali utilizzati, esemplificativi in questo senso i suoi lavori in grande formato su carta washi prodotta a mano, realizzati nell’estremo occidente del Giappone nel 1999, 2003, 2008 e 2015.
Gorman ha esposto regolarmente in tutto il mondo da metà degli anni ’80, alla Kerlin Gallery di Dublino, a Londra, Milano e Tokyo.

Tra le sue recenti mostre personali
MAC, Belfast (2014); Kerlin Gallery, Dublino (2012); Mitaka City Gallery of Art e Ashikaga City Museum of Art, Giappone (2010); CCGA Koriyama Museum, Giappone (2003); Royal Hibernian Academy, Dublino e Crawford Art Gallery, Cork (2001); Itami City Gallery of Art e Mitaka City Art Foundation, Giappone (1999). Gorman ha inoltre partecipato a numerose collettive, tra cui alla Der Spiegel Galerie, Colonia; all’Irish Museum of Modern Art, Dublino; e ‘A Measured Quietude’, esposizione di disegni Irlandesi, itinerante tra Berkeley Art Museum, California e The Drawing Center, New York. Presente in numerose collezioni pubbliche e private in Europa, Stati Uniti e Giappone, tra cui Trinity College – Dublino, The Arts Council of Ireland, Ulster Museum – Belfast, Irish Museum of Modern Art – Dublino, Allied Irish Banks, Deutsche Bank, Nissan, University College – Dublino, Dublin City Council, New York Public Library, Limerick City Museum of Art, Koriyama City Museum of Art – Giappone, Centre of Contemporary Graphic Art CCGA Fukushima – Giappone.
Richard Gorman è Elected Member Royal alla Hibernian Academy di Dublino – Irlanda, Elected Member of Aosdána – Irelanda, è stato insignito della Ballinglen Fellowship a Ballycastle, Mayo – Irlanda e premiato al Pollock-Krasner Award – New York (U.S.A.), al Palette d’Or Festival International de la Peinture – Cagnes-Sur-Mer (France) e al Savile Award.

Nel 2014, Gorman è stato il primo artista Irlandese a disegnare un carré per la maison Hermès. I suoi disegni sono stati utilizzati per la collezione uomo Autunno/Inverno 2015 e sono esposti nell’iconico Hermès department store giapponese di Isetan, Shinjuku, Tokyo.

  • Richard Gorman, Klik-Kan Green, olio su lino, cm. 150 x 150, 2015. Foto Salvatore Licitra
    Richard Gorman, Klik-Kan Green, olio su lino, cm. 150 x 150, 2015. Foto Salvatore Licitra
  • Richard Gorman, KAN. Foto Salvatore Licitra
    Richard Gorman, KAN. Foto Salvatore Licitra
  • Richard Gorman, 2015. Foto Salvatore Licitra
    Richard Gorman, 2015. Foto Salvatore Licitra

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