108, aaalice Rosa, Akab, Alberto Garuffio, Alessandro Bertante, Alfano, Bernard Graf, BonsaiNinja, Dario Spinelli, Emiliano Rubinacci, Emilio Corti, Emmanuelle Pacini, Fede Cruz, Inkyung Hwang, Marcello Mencarini, Racoon, Renato Perego, Robo, Silva Ramacci, Sztuka Fabryka, Ufocinque, Digital Genetic Pasta
Nothing To Lose non vuole essere una vuota critica contro chi “ha fatto il ‘68”, né vuole generalizzare o banalizzare la generazione in questione. La coerenza, l’impegno, la voglia di fare-cambiare, l’energia creativa di certe persone (quelle che davvero hanno fatto il ’68, protagoniste di rivoluzioni umane e culturali) sono solo da rispettare e da ammirare.
Piuttosto, Nothing To Lose è una sorta di déjà vu creativo, un sogno rivelatore, oppure un post eventum, ma soprattutto l’invito, a tutti i giovani e non, di prendere solo il meglio del ’68 (che di buono ce n’è stato) per non ricommettere gli errori di ieri, così che oggi si possa sul serio cambiare il domani. In fin dei conti, è un inno alla speranza, una speranza ribelle e rumorosa, una speranza che non si aspetta le cose cambino da sole, ma una speranza che s’ingegna in prima linea per (cercare di) migliorare la società in cui viviamo.
Il linguaggio artistico proprio della Biokip Gallery è una fusione di tecniche e stili differenti che crea un’innovativa armonia creativa. Artisti, grafici, illustratori e street-artist, fotografi e video-maker dai più disparati retroterra culturali lavorano fianco a fianco, mentre le tecniche di ognuno compensano e completano quelle dell’altro. Il risultato è un “satura lanx” artistico che parla con la voce di video installazioni interattive, papercut, effetti sonori in surround, parole, immagini ed installazioni di altri vari generi.